martedì 26 aprile 2016

I Servizi UniFAST Communication e Fast VDC



Con UniFAST Communication è possibile ottimizzare la comunicazione telefonica e digitale aziendale con efficienza e flessibilità, per comunicare in modo semplice e in real-time anche in mobilità.



I servizi tradizionalmente verticali (telefonia, posta, applicazioni web, fax, videocomunicazione) sono convertiti in nuovi servizi evoluti di comunicazione, come Presence, Instant Messaging, Conferencing&Collaboration, e resi disponibili su qualsiasi tipo di terminale (IP Phone, apparati video, Fax, smartphone/tablet con client Mobile e/o PC con client Desktop).

UniFAST Communication è basata su piattaforme aperte ed è in grado di interfacciarsi con sistemi di comunicazione di terze parti e di facilitare la creazione di nuove applicazioni attraverso un ambiente di sviluppo che fa leva su piattaforme software avanzate (Web 2.0, SOA, SaaS).

La soluzione è in grado di offrire una risposta a qualsiasi esigenza di business dell’azienda, con la novità che tutti i servizi e le applicazioni di comunicazione integrata sono disponibili su di una singola piattaforma di Rete, e con un’unica e più semplice User Experience su tutti i tipi di terminali.

La proposizione e gestione del servizio è differenziata e modellata sulle esigenze specifiche dell’azienda: dalla modalità interamente gestita (Full Service Model) in cloud o on-premises, alla modalità ibrida (Hybrid Model). Sono inclusi inoltre nell’offerta i servizi professionali per la consulenza, l’implementazione e la gestione di progetti.

Fast VDC è il servizio di video conference business con soluzioni tecnologiche all’avanguardia e ad Alta Definizione, per comunicare sia all’interno che all’esterno della rete aziendale:


  •     Rete di accesso broadband di nuova generazione (NgN Network)
  •     Ampia varietà di Terminali video
  •     Videocomunicazione su reti pubbliche e Internet (completamente gratuita) attraverso i Gateway Fastweb
  •     Multiconference
  •     Audio Video Streaming Live
  •     Audio Video Recording
  •     E-Learning
  •     Soluzioni Standard collegate anche a postazioni esterne alla rete del cliente.


L’utilizzo è semplice e immediato, è possibile ricevere ed effettuare chiamate video attraverso la rubrica o qualsiasi numerazione telefonica e gestire tramite un portale dedicato la prenotazione e l’attivazione delle video conference. Il pacchetto è comprensivo di un’ assistenza dedicata e dei servizi di progettazione, installazione e manutenzione.

martedì 19 aprile 2016

Soluzioni WiFi avanzate per sviluppare business: lo streaming video ridisegna lo scenario delle reti



Andrà alle stelle la pressione dei video sulle infrastrutture degli operatori, fisse e mobili, da qui ai prossimi due anni. La tendenza è chiara, dietro la spinta di due fattori in parallelo: l'evoluzione dell'offerta di contenuti digitali e quella delle abitudini dei consumatori. Sono cresciute le piattaforme che consentono la pubblicazione di video, aumentate le visualizzazioni e i brand che si affidano a questo tipo di promozione: su Facebook ogni giorno vengono visualizzati più di 8 miliardi di video, 6 miliardi di video vengono visualizzati quotidianamente su Snapchat.


L'ultimo Visual Network Index di Cisco stima che il video nel 2020 equivarrà al 75% del traffico mobile globale, contro l'attuale 55%. Un'indagine di maggio, sempre di Cisco, sosteneva invece che il video rappresenterà l'80% di tutto il traffico Internet nel 2019, contro il 64% del 2014 (non è incluso lo scambio di video peer-to-peer, ma ci sono lo streaming e il video on demand).  Secondo la 2015 B2B Video Content Marketing Survey del World Video Marketing Council, il 96% delle organizzazioni B2B utilizza i video per le attività di online marketing.
Il ricorso a questo strumento per raggiungere l'audience aziendale è, quindi, già piuttosto pervasivo anche se lo stesso studio, condotto su un campione di 350 professionisti che, nel mondo, si occupano di consulenza e marketing aziendale, mette in luce come il 44% delle aziende fatichi ancora a calcolare il ROI (ritorno sugli investimenti) delle azioni di videomarketing.

Numerosi i fattori abilitanti del fenomeno. Dal lato utente, c'è la diffusione degli smartphone dotati di un buono schermo e delle smart TV (che avanzano con lentezza, ma inesorabili), che già integrano servizi di streaming online (come app). Si diffondono (piano) anche le connessioni banda fissa ultralarga, che al momento coprono ora il 45% della popolazione italiana. Con più velocità diventano popolari le reti mobili 4G (che ora sono disponibili al 90% degli italiani). Dal lato offerta, evolve quella di servizi in streaming: Netflix fa da traino, grazie ai prezzi bassi, alla sua continua espansione internazionale e ai contenuti originali. Costringe, così, anche gli attori storici nazionali ad adeguare l'offerta, nei prezzi, nei contenuti e nell'esperienza utente.

Le ultime tendenze sono il 4K (ultra alta definizione), in Italia offerto da Netflix e Infinity, e i primi approcci al live streaming. Al momento le grandi piattaforme ancora non credono alla possibilità di fare business con contenuti premium live come le partite, perché non possono garantire una qualità sufficiente. Si è mossa però a marzo Facebook, lanciando la possibilità di fare video live, come già Twitter con Periscope.
È solo questione di tempo, però, perché si confermi la tendenza verso una maggiore risoluzione e l'offerta di contenuti "live" via Internet. Due aspetti che metteranno ulteriore pressione sulle reti ultra broadband dei carrier. Questi ultimi dovranno essere pronti alla sfida per cogliere i vantaggi del fenomeno - in primis, la possibilità di vendere le connessioni veloci a una quota crescente di utenti. Su rete fissa, gli operatori continueranno, quindi, a espandere la copertura in fibra, ma anche a sviluppare content delivery network, piattaforme dedicate alla trasmissione di contenuti con qualità garantita.

Sul mobile, crescerà l'importanza di tecnologie utili a evitare la saturazione delle celle e a ottimizzare le frequenze disponibili. L'evoluzione dello standard LTE Advanced (fino al 2020, alba del 5G) darà una mano, di per sé ma entreranno in gioco tecnologie ancillari come LTE Broadcast (per i contenuti), LTE-U (che userà frequenze non licenziate, tipicamente 5 GHz) e il Wi-Fi Offloading (già utilizzato regolarmente, e sempre più spesso, negli Usa). Lo sviluppo della fibra, infine, farà bene anche al mobile, fornendogli un valido collegamento di backhauling (raccordo) alle antenne. Il successo del video costringerà insomma gli operatori non solo a potenziare le proprie reti, ma anche a rivederne l'architettura, grazie a un mix di tecnologie e approcci.

Fonte:  Fastweb

martedì 12 aprile 2016

CloudScale il progetto UE per cloud più scalabili ed efficienti



Un progetto finanziato dall'UE ha permesso di sviluppare strumenti utili a creare applicazioni cloud scalabili. A beneficiarne imprese e istituzioni pubbliche. I modelli commerciali e le tecnologie cloud possono essere difficili da potenziare in modo efficiente e spesso richiedono metodi di progettazione e software avanzati. Per superare questi inconvenienti è nato CloudScale, un progetto fondato dal Framework Programme Seven (FP7) della Commissione Europea. 


L'idea alla base è permettere agli utenti finali - tra cui PMI, grandi imprese e istituzioni pubbliche - di sfruttare la flessibilità del cloud aumentando gradualmente le proprie capacità di elaborazione. Si tratta di una serie di strumenti, scaricabili dal sito web del progetto, che permettono di analizzare in dettaglio eventuali problemi di scalabilità e strozzature nell'applicazione per trovare un'architettura più in linea con le esigenze dell'organizzazione.

Ad esempio Hadoop, un ponte tra cloud e big data, che ha rivoluzionato il mondo delle analitiche di business offrendo la possibilità di elaborare in modo veloce ed economico terabyte, petabyte e addirittura (quando utilizzato in cluster) hexabyte di dati. 

Hadoop è un progetto opensource basato sul web server Apache per l'analisi distribuita e lo storage di grossi quantitativi di dati. Il framework, che prende il nome dell'elefantino di pezza del figlio del suo fondatore, Doug Cutting, permette alle applicazioni in cloud di lavorare velocemente grazie ad alcune tecniche rivoluzionarie di ottimizzazione dello storage. 

Risulta una scelta d'eccellenza per l'elaborazione e la gestione di tutti i dati non strutturati che provengono dal mondo digitale, collaborativo e social. Ma anche, per le aziende, dal mondo dei sensori e degli oggetti interconnessi e intelligenti chiamato Internet of Things.
La maggior parte degli ambienti Hadoop è costituita da gruppi (cluster) di server, ciascuno dotato di sistemi di archiviazione locale. I dati vengono caricati su questi nodi e l'elaborazione avviene in loco, attraverso una funzione chiamata MapReduce, sviluppata da Google. 

Ogni nodo elabora i dati in base alle richieste e inoltra i risultati, consolidati su un nodo master sul quale sono memorizzati anche tutti i metadati associati alla gestione dei cluster. Il file system distribuito di Hadoop (HDFS - Hadoop Distributed File System) assicura il trasferimento dati rapido tra i nodi e permette al sistema di continuare a funzionare senza interruzioni anche nel caso di un guasto a uno o più nodi.

Già ampiamente utilizzato per gestire le applicazioni di Internet advertising e nei motori di ricerca, Hadoop negli ultimi mesi ha iniziato a essere offerto "as a service" dai big internazionali dei servizi cloud come Amazon, Microsoft, Ibm, HP e molti altri all'interno dei loro menu di offerta.

Le soluzioni sviluppate comunque sono molteplici. CloudScale Environment è un'applicazione desktop che integra i diversi strumenti del progetto e può essere installata e utilizzata su qualsiasi personal computer. Analyser permette agli utenti di valutare con precisione la scalabilità, elasticità ed efficienza delle applicazioni cloud. Extractor è uno strumento d'ingegneria inversa per l'estrazione automatica di modelli cloud. 

DynamicSpotter riesce a rilevare i problemi prestazionali nei sistemi aziendali basati su Java. Static Spotter, infine, è un altro strumento d'ingegneria inversa in grado di rilevare automaticamente i cosiddetti modelli di ricerca, che possono influenzare la scalabilità delle architetture cloud.
 

martedì 5 aprile 2016

WEB BUSINESS di Fastweb



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