Una tendenza
apparentemente irrefrenabile. Da decenni, ormai, le campagne e le zone
periferiche del mondo si stanno spopolando a favore delle grandi città che,
come fossero una stella in rapida espansione e grande forza di gravità,
attraggono contadini e giovani alla ricerca di un nuovo lavoro. Secondo un
rapporto reso pubblico dall'Economist, entro il 2050 oltre l'80% della
popolazione dei Paesi sviluppati (la percentuale scende al 64% in quelli in via
di sviluppo) vivrà in un agglomerato urbano.
Ciò avrà inevitabili conseguenze sia sul piano demografico, sia su quello
urbanistico, sia su quello energetico. La crescita demografica delle future
megalopoli richiederà nuove modalità nella creazione e nell'erogazione dei
servizi pubblici, mentre la fornitura di energia dovrà essere efficientata per
evitare dispersioni e di incidere ulteriormente sul consumo delle risorse
naturali. Discorso analogo per trasporti e infrastrutture: l'aumento della
popolazione potrebbe ulteriormente peggiorare le condizioni del traffico in
alcune megalopoli già di per sé congestionate.
A questo punto entra in
gioco la tecnologia. Grazie allo sviluppo delle smart city è possibile mitigare
tutti gli effetti "collaterali" della migrazione dalle campagne e
dalle zone periferiche verso gli agglomerati cittadini. In particolare, sono
cinque le tecnologie chiave (e i settori di intervento) che potrebbero rendere
migliore la qualità della vita all'interno di città abitate da decine di
milioni di abitanti.
Energia smart
Non solo energia solare,
energia eolica e altre forme di energia alternativa e a impatto zero. La
gestione dei consumi energetici sarà fondamentale nelle smart city dei prossimi
decenni. Grazie a sistemi di smart energy si potrà monitorare e controllare
istantaneamente il consumo energetico cittadino, così da gestire in maniera
migliore la richiesta di energia da utenze domestiche e commerciali e mettere
in atto pratiche di risparmio energetico.
Grazie ai big data,
insomma, il futuro dell'energia appare più roseo. Stando a una previsione di
Cisco, sfruttando adeguatamente dati e informazioni sarà possibile ridurre i
consumi energetici del 30% nell'arco di venti anni. Questa
"organizzazione" smart del fabbisogno energetico, insieme alle fonti
energetiche alternative, a una differente gestione delle fonti di acqua
potabile e un sistema di raccolta e smaltimento rifiuti più efficiente sarà
possibile anche ridurre l'inquinamento prodotto dalle megalopoli.
Smart mobility
In questo senso, sarà
fondamentale sviluppare nuove politiche di mobilità che consentano di liberare
(per quanto possibile, ovviamente) le città dal traffico. Cercando di mettere
in atto pratiche di smart mobility, infatti, sarà possibile rendere più fluida
la circolazione all'interno delle arterie cittadine, ridurre i consumi di
combustibili fossili ed evitare di perdere tempo (e denaro) accodati in qualche
ingorgo (secondo il TomTom traffic index nella città di Palermo i cittadini
passano 147 ore bloccati nel traffico).
Favorire pratiche come
quelle del carpoolig, costruire nuove infrastrutture dedicate alle bici e mezzi
di locomozione alternativi, incentivare lo sviluppo di auto elettriche e dotare
le città di un numero maggiore di colonnine di ricarica: queste alcune delle
azioni che gli amministratori delle smart city si troveranno a mettere in atto
nei prossimi anni. Ma non saranno le sole. I big data (ancora loro)
consentiranno di analizzare e gestire in maniera più efficiente il flusso di
traffico automobilistico, portando così all'ideazione di nuove forme di
mobilità integrata e smart.
Servizi pubblici innovativi e a misura di
cittadino
Le smart city e il loro
carico di dati saranno in grado di garantire ai loro abitanti servizi pubblici
avanzati e personalizzati. Mezzi di comunicazione più diffusi e smart
consentiranno di mettere in contatto i cittadini con le pubbliche autorità in
qualunque momento: sarà così possibile avere città più sicure, più pulite e con
una qualità di vita anche superiore agli standard attuali.
Sanità smart
L'aumento della popolazione
avrà i suoi effetti anche sul servizio sanitario e sulla qualità dell'offerta
sanitaria. Il futuro della sanità, infatti, passerà da mezzi di comunicazione
avanzati e capillari e dalla possibilità di controllare a distanza lo stato di
salute di pazienti lungodegenti (telemedicina). Questo consentirà, da un lato,
di rendere più capillare l'offerta sanitaria e migliorarne la qualità e,
dall'altro, di risparmiare rispetto agli attuali livelli di spesa.
Infrastrutture smart
Affinché lo sviluppo
delle smart city sia possibile, però, è necessario che si creino infrastrutture
di telecomunicazione in grado di supportare un aumento esponenziale nel
traffico dati. Alla base di tutto, quindi, c'è la necessità di utilizzare
tecnologie comunicative innovative, che consentano di accumulare dati e
trasformarli in informazioni utili allo sviluppo della città intelligente.
Fonte: Fastweb