martedì 31 maggio 2016

Dallo smartphone allo smart working



Tra i benefici della Unified Communication and Collaboration (UCC) che permette di potenziare la produttività individuale c’è anche il fatto che i dipendenti si ammalano e si assentano meno se possono lavorare in modo "agile" ed anche l'ambiente "respira" meglio e tutto questo grazie allo smart working.

La discussione del DDL "lavoro agile" è arrivata fino in Senato - si parla di estenderlo progressivamente anche alla Pubblica Amministrazione - e si moltiplicano le aziende che sposano questo nuovo modello lavorativo. La possibilità di lavorare senza il vincolo della presenza in ufficio piace ai dipendenti e alla collettività: meno macchine sulle strade e meno tempo perso a cercare un parcheggio, con riflessi positivi sull'ambiente e sulla qualità della vita.

I benefici, diretti e indiretti, sono evidenti: svolgere i propri incarichi da casa almeno uno o due giorni a settimana riduce il numero di assenze per malattia e il tempo risparmiato nel tragitto casa-ufficio è in parte reinvestito nell'attività lavorativa. Questo permette di dilatare non solo i confini dell'ufficio ma anche la giornata lavorativa.

Fatte salve le aree "grigie", sulle quali il legislatore dovrà far chiarezza (come le coperture Inail o i buoni pasto, giusto per citarne alcune), il punto di partenza è un cambiamento drastico nei sistemi aziendali di valutazione della produttività, per legare i benefit e i riconoscimenti al raggiungimento effettivo degli obiettivi più che alla presenza fisica in ufficio.

Le tecnologie - UCC, cloud, sistemi di condivisione di file, audio e video - ci sono e sono mature. Le infrastrutture (la banda larga in particolare) nel prossimo quinquennio permetteranno di offrire l'opportunità di lavorare in modo agile a tutti gli abitanti della Penisola. E se è vero che oggi sono più che altro le grandi aziende a sperimentare il lavoro smart (lasciando la libertà di operare al di fuori dell'ufficio da 1 a 5 giorni al mese in media), il solco è già tracciato per PA e PMI.

Fonte: Fastweb

giovedì 19 maggio 2016

Wi-Fi passivo



La nuova tecnologia della rete senza fili per il risparmio energetico Inizio modulo
 sfrutta il backscatter per creare un ponte comunicativo tra due o più dispositivi wireless. Dalla University of Washington negli Stati Uniti arriva una nuova tecnologia che potrebbe ridurre i consumi energetici dei dispositivi mobili e garantire una connettività  Bluetooth più veloce e, soprattutto, più sicura. Si chiama Wi-Fi passivo e permette di inviare pacchetti dati tra dispositivi compatibili con il protocollo IEEE 802.11 con un consumo energetico 10 mila volte inferiore rispetto a quello di un normale modulo Wi-Fi.


 Merito di una tecnica di riflessione che permette di indirizzare le onde radio verso la fonte e creare un ponte comunicativo tra due dispositivi wireless con un consumo quasi nullo di energia elettrica. Al momento, ci tengono a precisare gli scienziati statunitensi, si tratta solamente di un primo prototipo e la tecnologia è ancora perfezionabile (soprattutto sul versante della velocità di connessione). Rappresenta, però, un esempio di come ci si potrebbe muovere nel campo della connettività per far sì che la batteria scarica non sia più un problema assillante.

Una rete senza fili necessita, solitamente, di un dispositivo di rete dotato di due sistemi radio che gestiscano le onde in ingresso e in uscita. Un sistema complesso, che richiede un dispendio energetico non indifferente: oltre all'apparato hardware, è necessario un software che sappia riconoscere il rumore prodotto da altri dispositivi (la banda da 2,4 gigahertz, ad esempio, è usata anche dai telefoni cordless, dai baby monitor e dai forni a microonde) in modo da annullarne le interferenze e trasmettere un segnale il più possibile forte e pulito.

Nel Wi-Fi passivo ideato dai tecnici della University of Washington, invece, non c'è alcuna trasmissione. O, per meglio dire, c'è un solo router Wi-Fi centrale che trasmette il segnale, mentre gli altri dispositivi di rete si occupano esclusivamente di "rimbalzare" le onde radio. Una soluzione all'insegna del risparmio energetico: sfruttando una particolare tecnica di riflessione è possibile stabilire un canale di comunicazione con un consumo nell'ordine dei 10-50 microwatt (dove un microwatt corrisponde ad un millesimo di milliwatt) contro le centinaia di milliwatt richiesti da un normale chip Wi-Fi.

giovedì 12 maggio 2016

Data Center certificati Tier IV

Fastweb investe 25 milioni per la realizzazione di due nuovi Data Center, a Milano e nei pressi di Roma. I nuovi Data Center sono pensati per ospitare i servizi ICT e cloud dei clienti Enterprise, piccole e medie imprese, grandi aziende e Pubblica Amministrazione.


Il Data Center milanese, che è stato inaugurato ad aprile 2015, si distingue per efficienza, potenza, sicurezza, rispetto dell'ambiente e livello di automazione e costituisce un'eccellenza nazionale nell'affidabilità dei servizi per le aziende. 

Il Data Center di Fastweb ha ottenuto il grado più alto di certificazione dall'Uptime Institute, il Tier IV, sia per la fase di design sia per la costruzione: ne esistono soltanto 21 in tutto il mondo e 8 in Europa e Fastweb sarà la prima azienda italiana a fornire un servizio con queste prestazioni ai propri clienti.

Un data center è il cuore di qualunque servizio di ICT evoluto: qui sono ospitati sia i Value Added Services tradizionali venduti dalla Divisione Enterprise sia quelli innovativi come i servizi erogati in modalità Cloud.

Il nuovo Data Center è soggetto alle leggi italiane ed europee di sicurezza e privacy dei dati ed è inoltre integrato con i servizi del Security Operation Center di Fastweb. Il nuovo Data Center di Milano porta a 10.000 metri quadrati l'area occupata dalle sale dati Fastweb.

Ma cos'è la certificazione Tier IV? Si tratta di un'architettura che dispone di sistemi multipli, indipendenti, fisicamente separati e compartimentati sia per l'alimentazione e la distribuzione dell'energia sia per il raffreddamento e la comunicazione. 

La sua caratteristica è di non essere soggetta a interruzioni del servizio per attività di manutenzione o di guasto per singole componenti e di poter funzionare autonomamente anche in condizioni di assenza prolungata di energia.

martedì 3 maggio 2016

Fastweb annulla il broadband divide portando Internet ad alta velocità in 500 città



Con un investimento da 500 milioni di euro, Fastweb ha varato un piano che darà precedenza ai medi comuni italiani rispetto all'erogazione di servizi a 200 Mbps.

Entro il 2020 Fastweb porterà la connessione ultra broadband a 200 Mbps (megabit al secondo) al 50% degli italiani - circa 13 milioni di famiglie e imprese in 500 comuni. L'operazione, sostenuta con un investimento da 500 milioni di euro, sarà avviata a partire dalle città di medie dimensioni. Invece, entro la fine dell'anno, saranno proprio trenta comuni (il 25% della popolazione italiana) di province come Arezzo, Viterbo, Riccione, Rimini, Trento, Massa, Pistoia e Caserta a essere raggiunti dalla nuova offerta a banda ultralarga.

"L'investimento è totalmente autofinanziato - ha detto l'Amministratore Delegato di Fastweb Alberto Calcagno, precisando che nel triennio 2017-2020 il budget supplementare si aggiungerà - alle risorse che già investiamo ogni anno sull'aggiornamento della rete".

L'aumento delle prestazioni, che non ha a che fare con l'infrastruttura, ma con l'equipment tecnologico "rientra, infatti, nelle operazioni ordinarie, sostenute grazie al reinvestimento degli utili e all'immobilizzazione del 30% del fatturato in progetti di sviluppo".

L'upgrade della rete in termini di performance avverrà grazie all'implementazione dei cabinet (FTTC, Fiber-to-the-cabinet anche detta FTTS, Fiber-to-the-street), con soluzioni che potenziano la capacità del doppino in rame come il Vectoring, il G.Fast e il VDSL2, il cui potenziale (con velocità testate sul campo fino a 500 Mbps) è già stato sperimentato sul campo da Fastweb poco più di un anno fa.

Il network fisso è uno degli elementi che contraddistinguono l'offerta dell'operatore, che si compone della community Wow-Fi (la rete di hot spot Wi-fi dei clienti Fastweb), dei data center (dopo quello di Milano, arriverà una nuova struttura nel centro-sud) e dei servizi LTE (Long Term Evolution), che a fine 2016 allineeranno la qualità erogata sul fisso a quella in modalità wireless.