martedì 27 dicembre 2016

Fastweb potenzia la qualità della sua rete fissa e la estende al mobile



Fastweb potenzia la qualità della sua rete fissa con connessioni fino a 1 Gigabit su tecnologia Fiber to the Home. Il servizio è già disponibile a Milano e sarà esteso ad altre 29 città a partire dal 2017. A gennaio sarà lanciato il nuovo modem FastGate che permette di navigare a 1 Gigabit anche in wi-fi. Inoltre Fastweb estende la qualità della sua rete fissa anche al mobile annunciando la realizzazione di una rete 5G Ready basata su small cells.

Dalla sua nascita, Fastweb si è distinta per aver innovato in Italia i servizi di rete fissa e per aver offerto ai propri clienti la migliore connessione Internet. Primo operatore a lanciare la tecnologia Fiber to the home nel 2000, primo a lanciare i 100 Megabit nel 2010, primo in Europa a lanciare i 200 Megabit con tecnologia Vplus nel 2016, Fastweb ha puntato sulla propria infrastruttura di rete per crescere e per offrire servizi di qualità sia nel mercato Consumer sia in quello Business.

Oggi Fastweb attiva a Milano i primi clienti con velocità fino a 1 Gigabit e tecnologia Fiber to the Home. Dopo Milano, il servizio Internet fino a 1 Gigabit sarà lanciato a Torino e Bologna, ed esteso a partire dal 2017 nelle città di Ancona, Bari, Bergamo, Brescia, Catania, Firenze, Genova, Messina, Modena, Monza, Napoli, Roma, Padova, Palermo, Parma, Prato, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Salerno, Siena, Trento, Trieste, Venezia, Verona, Vicenza. Entro il 2020, grazie anche a Flash Fiber, la joint venture creata insieme a Tim, Fastweb raggiungerà 5 milioni di famiglie con tecnologia Fiber to the Home.

Fastweb raggiungerà in banda ultralarga anche i distretti industriali e le città di medie dimensioni coprendo 8 milioni di famiglie e imprese entro il 2020 con tecnologia Fiber to the Cabinet e con velocità fino a 200 Megabit per secondo. Nel 2020 i servizi a banda ultralarga di Fastweb (FTTH e FTTC) saranno quindi resi disponibili complessivamente a 13 milioni di famiglie e imprese (50% di copertura nazionale), rispetto ai 7,5 milioni a fine 2016 (30% di copertura nazionale).

Per permettere ai propri clienti di fruire al meglio delle performance della rete, Fastweb lancia anche il modem più potente del mercato. FastGate, completamente configurabile tramite app, permette di navigare a 1 Gigabit anche in wi-fi e sarà disponibile per tutti i nuovi clienti da gennaio. Insieme alla rete fissa, Fastweb potenzia anche WOW FI, il wi-fi condiviso basato sulla community dei propri clienti. A oggi sono circa 1,5 milioni i clienti abilitati a utilizzare il servizio, compreso nell’abbonamento di casa, in oltre 800 comuni. Si tratta della più vasta community wi-fi in Italia. Grazie a WOW FI i clienti Fastweb possono navigare in wi-fi anche fuori casa senza erodere il traffico dati della propria SIM.

Fastweb intende offrire ai clienti servizi sempre più convergenti estendendo la propria qualità infrastrutturale anche al mobile. Per questo, oltre a lanciare servizi 4G e 4Gplus su rete Tim, annuncia la realizzazione di una rete 5G Ready basata su small cells. Oggi Fastweb è un operatore Full Mvno e da gennaio offrirà ai suoi clienti il servizio 4G e 4Gplus, accrescendo contemporaneamente la qualità della connessione e l’ampiezza della copertura di rete. Il nuovo servizio consentirà di navigare in 4G fino a 100 Megabit per secondo in 6.600 comuni (circa 96% della popolazione) e fino a 300 Megabit in download in oltre 400 comuni di cui 144 grandi città grazie al 4Gplus. Il passaggio al 4G sarà completamente gratuito per i clienti Fastweb mobile che possono già da oggi prenotare le nuove SIM nell’area clienti sul sito fastweb.it.

Fonte: Fastweb

martedì 20 dicembre 2016

Fastweb sfida su telefonia mobile e 5G



L’AD Calcagno alza il velo sui progetti della controllata italiana di Swisscom dopo l’accordo Tiscali: <<Con la fibra ed i nostri cabinet adatti alle small cell siamo in vantaggio>>. Il ‘Fattore’ ILIAD: <<Iliad non è una minaccia, semmai un opportunità se volesse accedere alle nostre infrastrutture>>.  Contatti in corso tra le società.

La delusione per non aver conquistato le frequenze che Wind e 3 Italia hanno dovuto mettere a disposizione per avere l’ok Ue alla fusione? <<completamente dimenticata. E questo passaggio strategico per il nostro futuro ne è la testimonianza>>. Alberto Calcagno, 44 anni, amministratore delegato di Fastweb, disegna così il futuro della società: fibra, mobile e offerta convergente di qualità.

Insomma, dice Calcagno, Fastweb vuole <<fare la stessa cosa di 17 anni fa. Allora siamo stati innovatori con il broadband e il rollout della fibra. Oggi puntiamo alla realizzazione di una rete “5G ready” basata su small cell>>. Battistrada nel broadband e ora apripista nel mobile, dove Fastweb è già presente come Mvno su rete Tim (da gennaio, dopo essere stata finora su rete H3G).

Proposito sicuramente sfidante per la società che considera l’accordo con Tiscali la chiave di volta. A fronte di un intesa da 58 milioni complessivi (in cash e servizi) Fastweb ha acquistato il ramo dell’azienda da Tiscali Business, il contratto quadro per i servizi di connettività (Spc) per la Pa e le frequenze 3.5 Ghz. «Sono le frequenze necessarie per sviluppare l’offerta 5G. È ovvio che da sole non bastano. Ma è proprio il nostro essere infrastructure company che ci fa spingere sull’acceleratore per quello che riteniamo un salto tecnologico ».

Nel carniere di Fastweb c’è la fibra (con copertura al 30% della popolazione che salirà al 50% – 13 milioni di famiglie-imprese – entro il 2020), ma anche il wi-fi condiviso (con il servizio Wow-fi per 1,5 milioni di clienti già oggi abilitati in 800 città che saliranno a 2 milioni in 900 città coperte) e la parte di data center («abbiamo l’unico Tier IV italiano a Milano cui se ne unirà uno a Roma nel 2018»).

Ora in progetto c’è il salto quantico nel mobile, preceduto dall’offerta in 4G da gennaio. Tutto comunque, fa capire Calcagno, fa parte di un upgrade tecnologico puntato sulla qualità, nel fisso come nel mobile. Per la rete fissa, oltre all’arrivo di un modem più potente, «porteremo le connessioni  fino a 1Giga in 29 città entro il 2017 e 50 entro il 2020 grazie all’intesa con Telecom che ha dato vita alla joint venture Flash Fiber». Sul mobile, «quello che facciamo oggi ci porta 4-5 anni in anticipo rispetto ai concorrenti».  

Il perché l’ad lo attribuisce a un mixdi tecnologie e scelte strategiche. «Il 5G ha bisogno di tre ingredienti: fibra, cabinet e frequenze». Le frequenze 3.5 Ghz sono necessarie e gli altri operatori ancora non le hanno. È in previsione un’asta sulle frequenze 3.6-3.8 Ghz e allora sicuramente colmeranno quel gap. «Nel frattempo però – spiega Calcagno – noi potremo sfruttare il vantaggio della capillarità della nostra fibra e dei nostri cabinet». Fastweb «ha scelto di mantenere molto spazio nei suoi cabinet, che sarà usato per gli equipment delle small cell. E i nostri armadi di strada, oggi 20mila, diventeranno 50mila nel 2020». 

Tutto questo, unito alle frequenze avute in dote, «fa capire che Fastweb sarà un operatore mobile infrastrutturato pronto a dire la sua, in ottica di offerta convergente ». Certo, come è possibile per il mercato sostenere un quinto operatore, con Iliad che si prevede abbasserà le tariffe nel mobile? «Noi puntiamo sulla qualità e non sui prezzi».  Iliad peraltro, «è un’opportunità, semmai in futuro volesse accedere alle nostre infrastrutture». Per ora ci sono discussioni in corso, conferma Calcagno: la fibra necessaria al backhauling potrebbe essere fornita da Fastweb a Iliad. Ma Swisscom è pronta a sostenere questo impegno di Fastweb? «Parliamo di investimenti in linea con quelli sostenuti negli ultimi anni. Comunque stiamo crescendo da 13 trimestri. Per questo possiamo permetterci la stessa concezione difuturoedisruptiondi17annifa».

martedì 13 dicembre 2016

Accordo strategico Fastweb Tiscali

Fastweb e Tiscali annunciano un accordo strategico: Fastweb acquisisce il ramo d’azienda Tiscali Business e potrà utilizzare le frequenze 3,5 Ghz nelle principali città italiane. Tiscali accede alla fibra Fastweb per collegare la propria rete wireless LTE e i clienti su rete fissa.

L’accordo prevede in particolare:
  • Fastweb acquista da Tiscali il ramo d’azienda Tiscali Business, che comprende i clienti del segmento Top client di Tiscali e il contratto-quadro per i servizi di connettività (SPC) alla pubblica amministrazione, per 45 milioni di euro, di cui 25 milioni di euro cash e 20 milioni in servizi che saranno erogati da Fastweb sulla propria rete.
  • I 20 milioni di euro in servizi consentiranno l’accesso da parte di Tiscali alla rete in fibra Fastweb per il collegamento della propria infrastruttura di rete Fixed Wireless ultra broadband LTE e anche il collegamento dei clienti Consumer, Soho e SME di Tiscali su rete di accesso Fastweb.
  • L’utilizzo da parte di Fastweb delle frequenze 3.5 Ghz di Tiscali nelle principali grandi città per lo sviluppo di servizi mobili innovativi, per un valore di 12,5 milioni di euro per i primi 5 anni.
L’accordo ha una forte valenza strategica perché consente a Tiscali di concentrarsi sulla fornitura al mercato Consumer, Soho e SME di connettività ultra broadband sia Fixed Wireless su rete proprietaria nelle aree in digital divide esteso che su rete in fibra in altre zone mentre Fastweb rafforzerà il proprio posizionamento nel mercato dei grandi clienti e nello sviluppo di una rete di accesso convergente.

Milano, 5 dicembre 2016 - Sono stati sottoscritti oggi, nell’ambito di una partnership strategica tra Fastweb e Tiscali, due contratti che rafforzano i piani industriali delle due società, garantendo a ciascuna accesso ad alcune risorse chiave dell’altra. Il primo accordo è relativo alla cessione a Fastweb del ramo d’azienda Tiscali Business, che comprende i clienti del segmento Top client di Tiscali e il contratto-quadro per i servizi di connettività (SPC) alla pubblica amministrazione.

Il valore economico di questo accordo è di 45 milioni di euro di cui 25 milioni di euro cash e 20 milioni di euro in servizi, che consentiranno a Tiscali di accedere alla rete in fibra di Fastweb per la connessione della propria rete Fixed Wireless ultra broadband LTE e anche il collegamento dei clienti Consumer, Soho e SME di Tiscali su rete di accesso Fastweb. Il secondo contratto rende invece disponibile a Fastweb l’utilizzo delle frequenze 3.5 Ghz di Tiscali per lo sviluppo di una rete convergente di ultima generazione nelle principali grandi città italiane per un canone annuale di 2,5 milioni di euro per i primi cinque anni.

L’accordo consente alle due aziende di rafforzare i rispettivi focus strategici e le aree di eccellenza. Fastweb farà leva sull’accordo e sulla propria esperienza pluriennale nella fornitura di servizi alle PA e alle grandi aziende per rafforzare la propria presenza nel segmento business, con rilevanti benefici per i clienti – sia imprese che Pubbliche Amministrazioni. Tiscali sarà in grado di concentrare i propri investimenti sulla fornitura di servizi Ultra Broadband ai clienti Consumer Soho e SME, diventando un player sempre più rilevante in aree importanti del paese, in particolare in quelle di “digital divide esteso”. L’accordo è subordinato all’approvazione delle amministrazioni competenti e al positivo esito di un giudizio amministrativo attualmente pendente relativo al contratto-quadro SPC.

Ha dichiarato Alberto Calcagno, Amministratore delegato di Fastweb: “L’accordo con Tiscali ha per Fastweb una valenza strategica perché consente alla nostra azienda di essere protagonista nello sviluppo di soluzioni e servizi innovativi nel mercato della convergenza fisso-mobile. Con la disponibilità delle frequenze 3.5 Ghz, Fastweb può partire a sviluppare servizi mobili convergenti nelle principali città, grazie anche agli investimenti fatti sulla infrastruttura in fibra ottica.

Inoltre, grazie a questo accordo, Fastweb consoliderà ulteriormente il proprio posizionamento di fornitore di eccellenza per le Grandi Imprese del settore Enterprise e per la Pubblica amministrazione. Il nostro successo in questo settore è basato sugli investimenti nella nostra infrastruttura in fibra e nei Data Center, oltreché nel continuo sviluppo di forti competenze nei servizi Cloud e nella Sicurezza. Fastweb è oggi in grado di offrire ai Privati e alle Pubbliche amministrazioni la migliore connettività a banda ultralarga e i servizi ICT più avanzati consentendo all’Italia di raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale europea. L’accordo con Tiscali, permette infine a Fastweb di rafforzare la propria presenza nella Regione Sardegna, dove verrà presto aperta una nuova sede e dove puntiamo a crescere in particolare nel settore Enterprise”.

Ha dichiarato Riccardo Ruggiero AD di Tiscali: “Siamo molto soddisfatti di aver concluso questi accordi che hanno un valore complessivo di circa 58 milioni di euro per Tiscali, stabilendo anche una partnership industriale con un player innovativo come Fastweb, con il quale abbiamo individuato diverse aree di concreta collaborazione. Questa intesa rappresenta innanzitutto una significativa cash injection che rafforza la struttura e la condizione finanziaria e patrimoniale del Gruppo Tiscali. Ciò dà maggior forza al piano strategico della nuova Tiscali, dopo le attività già messe in campo, tra cui il rifinanziamento del debito, l’accordo con Huawei per la realizzazione della rete di accesso LTE Wireless Fiber To The Home e quello con altri operatori di servizi wholesale. Il passo compiuto oggi è appunto un ulteriore tassello per la realizzazione del piano industriale dell’azienda che prevede lo sviluppo di 1500 base station ultra broadband LTE TDD di ultima generazione nei prossimi anni, di cui circa 600 nel 2017, la migrazione dei clienti a banda larga “wired” su reti di accesso in fibra e consolida la nostra focalizzazione sulla clientela Consumer, Soho e SME. Un mercato in cui siamo sempre più in grado di fornire servizi di banda ultralarga, con particolare focus sulle aree di digital divide “esteso”, con caratteristiche di qualità e di marginalità nettamente migliorative rispetto alle attuali”.

Fonte: Fastweb

martedì 6 dicembre 2016

Gestione elettronica e conservazione digitale



Dematerializzare e gestire in modalità elettronica effettuando la conservazione digitale dei documenti porta più efficienza e controllo, evitando ridondanze ed errori tipici della gestione manuale. L'integrazione digitale, infatti, aumenta la velocità e l'efficienza operativa nelle organizzazioni, permettendo di lavorare più efficacemente, aumentando la produttività individuale e aziendale.

A qualsiasi livello organizzativo, la dematerializzazione dei documenti e la relativa conservazione fanno risparmiare spazio, tempo e risorse. La gestione elettronica non solo consente di risparmiare sulla carta, sull'inchiostro e sulle ore di lavoro delle persone che vanno e vengono dalle scrivanie alle stampanti e dagli archivi alle scrivanie, ma permette agli impiegati di lavorare più velocemente e più efficacemente, aumentando la produttività individuale e aziendale.

Attraverso un'automazione a valore aggiunto, che porta servizi di standardizzazione e integrazione a supporto delle attività aziendali, la digitalizzazione delle informazioni inaugura nuove opportunità di sviluppo del business: ne beneficiano le amministrazioni, ma anche i dipartimenti HR, gli uffici progetti e i reparti marketing. L'utilizzo di strumenti informatici condivisi costituisce un elemento di armonizzazione delle relazioni e degli scambi tra aziende e clienti così come tra tutti gli operatori della filiera, favorendo una migliore collaborazione. Il tutto consentendo di evitare duplicazioni, rallentamenti ed errori.

La dematerializzazione e la gestione elettronica dei documenti sono un capitolo fondamentale dell'innovazione digitale ma è importante capire le logiche sottese a questo sviluppo.  Dematerializzare un documento significa convertire i documenti cartacei in documenti elettronici gestiti attraverso soluzioni software più o meno avanzate, mettendo così a sistema una serie di informazioni che da quel momento in poi possono essere condivise in maniera più rapida e funzionale.

Il processo si divide in tre fasi: la prima è l'acquisizione del documento attraverso la sua scansione che, attraverso software di riconoscimento ottico, trasforma l'output analogico (cartaceo) in un file digitale. La seconda fase è più prettamente gestionale: il documento, una volta reso elettronico, può essere processato attraverso un sistema di archiviazione digitale, che consente di organizzare e gestire i file in modo più efficace ed efficiente. L'ultima fase del processo è la cosiddetta conservazione sostitutiva o conservazione digitale ovvero un insieme di procedure informatiche che, nel loro insieme, attribuiscono valore legale, civile e fiscale al documento digitale, equiparandolo a tutti gli effetti a quello cartaceo.

Fondamentalmente ci sono due opzioni per dematerializzare i documenti. Il primo è farlo in modo destrutturato e statico, ovvero generando un file immagine che, come tale, non può essere elaborato dai sistemi informativi aziendali, ma può essere archiviato secondo i principi della conservazione sostitutiva. Scegliendo questo approccio, le aziende dematerializzano la gestione documentale ma non sfruttano ancora tutti i vantaggi associati all'innovazione digitale.

Il secondo è farlo in modo strutturato, attraverso una digitalizzazione delle procedure che integra il documento elettronico nei processi informativi aziendali in modo più evoluto e dinamico, in modo tale che i dati siano leggibili ed elaborabili in automatico, rendendo ancora più efficiente, economica e rapida la gestione delle informazioni.

La dematerializzazione risolve diverse criticità del processo analogico, a partire da una dispersione dei documenti, distribuiti tra uffici e archivi, che spesso genera ridondanze e oneri di gestione. Tuttavia, solo la digitalizzazione del processo nel suo complesso può portare risparmi concreti. Nel ciclo dell'ordine, ad esempio, rivedere in digitale l'intero processo porta tra i 25 e i 65 euro di beneficio a ciclo, con un ritorno dell'investimento già nei primi 12 mesi. Risparmi che derivano da maggiore produttività, accuratezza, ottimizzazione dello spazio e dei materiali".

Che si tratti di un report o della nota spese, di documentazione tecnica, del fascicolo del personale o della fatturazione elettronica fino ad arrivare alla gestione dell'intero ciclo dell'ordine, oggi questo tipo di carteggi può essere tranquillamente dematerializzato e risolto in chiave totalmente digitale.

La digitalizzazione offre un altro grosso vantaggio alle aziende: la standardizzazione delle procedure. La dematerializzazione porta razionalizzazione e velocità nei processi, introducendo una tracciabilità e una rintracciabilità documentale che garantisce una trasparenza e una qualità nella gestione dell'informazione come nessuna attività manuale potrebbe fare.

Fonte: Fastweb

martedì 29 novembre 2016

Internet Key HSDPA



Le internet key permettono di accedere alla rete internet attraverso una connessione effettuata su rete mobile. Si sono diffuse negli ultimi anni e le ultime versioni permettono di ottenere connessioni ad alta velocità fino a 7.2 mbit/s. L'uso di queste apparecchiature è molto semplice ed intuitivo, vengono collegate al computer attraverso la porta USB e necessitano di una SIM card abilitata alla trasmissione dati. Gli standard di connessione attualmente utilizzati sono: GPRS/GSM su reti 850/900/1800/1900 Mhz e HSDPA/UMTS su reti a 900/2100 Mhz.

Molto utili a chi ha bisogno di connettersi ad Internet anche dove non c’è linea ADSL, le Internet Key stanno conquistando fette di mercato sempre più grandi. Anche a piani tariffari modulabili a consumo o traffico. Gli ultimi antenati conosciuti sono le Connect Card, quelle periferiche informatiche  dotate di una SIM estraibile che andavano inserite all’interno del pc da una porta apposita. Avevano la forma di una carta di credito, anche se erano un po’ più lunghe, e permettevano ai computer portatili di connettersi ad Internet tramite la linea mobile. Ma erano piuttosto scomode da portarsi in giro e, soprattutto, costavano parecchio. Per questo sono state costrette a cedere il passo alle cosiddette chiavette Internet.

Gli eredi delle Connect Card sono in tutto e per tutto identici a delle semplici pennette USB, almeno nella forma. Esattamente come le pen drive utilizzano le porte USB per comunicare con il computer però, a differenza di quelle, non servono per immagazzinare dati, ma a connettersi a Internet. In gergo tecnico, sia le Connect Card sia le chiavette internet, sono Broadband Mobile modem, ovvero modem che sfruttano la copertura della rete GSM e UMTS per permettere all’utente che le utilizza la connessione alla Rete di navigare. Grazie all’esistenza di diversi piani tariffari, le Internet Key oggi riescono ad adattarsi alle esigenze più disparate. I piani tariffari a consumo, ad esempio, si adattano alla perfezione a chi naviga raramente e per brevi periodi, mentre i piani che prevedono unicamente un tetto massimo di traffico mensile sono più adatti a chi ne fa un uso continuo. Le chiavette internet più moderne, sul piano delle prestazioni, hanno davvero poco da invidiare a qualsiasi tipo di connessione, garantendo ottime velocità in download e in upload.

 È quando ci troviamo in giro che possiamo apprezzare al massimo l’utilità delle chiavette Internet, che risultano utili per chi è sempre in giro, ma ha allo stesso tempo la necessità di connettersi a Internet - grazie alle dimensioni ridotte sono molto facili da trasportare e utilizzare - negli ultimi anni le Internet Key sono state “adottate” anche da quegli utenti le cui abitazioni non sono coperte dalla linea ADSL. Oltre ad essere comode, le Internet Key sono anche molto performanti. Certo, molto dipende dalla tipologia di rete a cui ci connettiamo, ma in condizioni “ottimali”, le prestazioni di una chiavetta Internet possono essere superiori anche a quelle di una linea ADSL 7 Mega.

Le primissime chiavette Internet, lanciate sul mercato oltre un decennio fa, utilizzavano ancora la rete GSM per la connessione dati. Offrivano, quindi, sì delle connessioni digitali, ma con velocità che non superavano i 14.4 kbps. Con l’avvento della rete UMTS, invece, le prestazioni subiscono un notevole miglioramento con picchi teorici di 300 kbps in download. Ma la tecnologia fa costantemente passi da gigante, così dalla tecnologia 3G si passa alla cosiddetta tecnologia 3.5G.

Il primo passaggio evolutivo è rappresentato dal protocollo HSDPA (High Speed Downlink Packet Access), grazie al quale si può raggiungere teoricamente la velocità di 42 Mbit al secondo in download e 5,76 Mbit al secondo in upload. Tanto per fare un rapido confronto, le linee ADSL domestiche più diffuse sul territorio nazionale (la cosiddetta ADSL 7 mega) garantiscono, per l’appunto, una velocità teorica in download di 7 Mbit al secondo. Ma c’è addirittura una seconda fase evolutiva all’interno della tecnologia 3.5G ed è rappresentata dal protocollo HSPA+ o Evolved HSPA, dove HSPA sta per High Speed Packet Access, e garantisce velocità teoriche di 168 Mbit al secondo in download e 22 Mbit al secondo in upload. Come più volte ripetuto, sono velocità teoriche, dato che dipendono dalla potenza e dalla qualità del segnale e dalla “capacità” di ricezione della chiavetta utilizzata.

Gli step evolutivi, comunque, non sono finiti qui. Con la tecnologia LTE 4G (Long Term Evolution) i limiti per il download e l’upload sono stati spostati ulteriormente verso l’alto: 300 Mbit al secondo per il primo e 75.4 Mbit al secondo per il secondo. Una veloce comparazione anche qui: la velocità teoricamente raggiungibile attraverso una connessione via fibra ottica è di 100 Mbit al secondo, ovvero un terzo rispetto alla velocità massima ipoteticamente raggiungibile attraverso una connessione LTE.  Sul versante dei Broadband Mobile modem, invece, un ulteriore passo in avanti è rappresentato da quelle chiavette che integrano dei router wifi al loro interno. Non hanno bisogno di essere collegate al computer tramite la porta USB per garantire la connessione ad Internet, ma agiscono da veri e propri hotspot wifi, e possono pertanto essere utilizzate da due o più dispositivi contemporaneamente.