lunedì 24 aprile 2017

Le VPN con Android



Nate inizialmente per offrire uno schermo protettivo alle connessioni aziendali (soprattutto nel caso di server decentrati o di commerciali e altre figure professionali spesso fuori sede per lavoro), le reti VPN (acronimo di Virtual private network, rete privata virtuale) trovano oggi utilizzo nei settori più disparati. Ottime per navigare in Rete nel più completo anonimato o per connettersi in sicurezza alle reti Wi-Fi pubbliche; per visitare siti e portali web altrimenti irraggiungibili dall'Italia o per effettuare acquisti online in maniera intelligente e protetta, le VPN stanno diventando sempre più sinonimo di navigazione sicura, veloce e controllata.


Non è affatto strano, dunque, che molti internauti hanno iniziato a configurare una rete VPN a casa o utilizzarlo sul proprio dispositivo mobile per aumentare la sicurezza della navigazione in mobilità. Sul Google Play Store, in particolare, è possibile trovare molte applicazioni Android per creare una rete VPN sul proprio smartphone o tablet del robottino verde. Soluzione all-in-one che può essere utilizzata non solo per lo smartphone o tablet Android, ma anche per creare una rete VPN con il computer di casa, VPN unlimited permette di navigare in tutta sicurezza senza richiedere grandi conoscenze tecniche. Estremamente semplice e intuitivo da utilizzare, dà modo a chiunque di settare una rete VPN su Android nel giro di pochi minuti: la procedura per la scelta dell'indirizzo IP dietro il quale nascondersi è breve e la navigazione procede, nella maggior parte dei casi, senza grossi intoppi.

Open source e completamente gratuita, invece, OpenVPN Connect è una soluzione indicata per tutti quegli utenti con un po' più di conoscenza tecnica che vorranno configurare personalmente la propria rete VPN. Questa applicazione, infatti, lascia molta libertà di movimento agli utenti, così da poter creare una rete protetta e, allo stesso tempo, adatta alla perfezione alle proprie necessità. Tra gli altri aspetti da sottolineare, OpenVPN Connect utilizza il protocollo PolarSSL che, a differenza dell'OpenSSL, non presentava la vulnerabilità Heartbleed. Nasce come costola di OpenVPN Connect e presenta, dunque, gran parte delle funzionalità dell'applicazione madre. Presenta un'interfaccia più semplice da utilizzare e più user friendly, ma lascia comunque nelle mani dell'utente l'intera procedura di configurazione. Dunque, anche in questo caso si potranno creare reti VPN perfettamente adatte alle proprie esigenze, ma sarà necessario avere una conoscenza almeno basilare della materia.

Con un piano tariffario modulato su diverse opzioni, come quello di Fasweb, la rete VPN per Android ideata dalla software house F-Secure è possibile collegarsi al web in tutta sicurezza anche dal proprio smartphone. F-Secure Freedome VPN dà modo di creare con grande facilità delle reti VPN grazie alle quali navigare nel più completo anonimato, aggirare le restrizioni geografiche (utile, ad esempio, se si volessero scaricare delle applicazioni rivolte al mercato statunitense o asiatico), offrire il massimo della privacy online. Non solo: gli utenti che sottoscriveranno l'abbonamento con Freedome saranno protetti da malware vari ed eventuali dal celebre antivirus per Android sviluppato da F-Secure. Indicato per gli utenti alle prime armi e coloro che non hanno tanta voglia di perder tempo dietro a configurazioni e settaggi di varia natura, Fast secure VPN fa esattamente quello che dice il nome. Permette all'utente di connettersi, in maniera quasi immediata, a reti VPN sicure e stabili. L'interfaccia è estremamente semplice e intuitiva anche se il design potrebbe apparire un po' datato. Non mette a disposizione strumenti molto avanzati, ma resta comunque una soluzione molto valida.

Anche se le modalità di pagamento possono apparire contorte, tanto da far desistere degli utenti dal testarla, FinchVPN è una delle soluzioni più solide e valide per navigare in mobilità senza doversi preoccupare di possibili spioni digitali in ascolto. Dotata di un'interfaccia semplice da utilizzare ed esteticamente valida, questa app permette di proteggere i propri dati da occhi indiscreti, aggirare restrizioni alla navigazione e molto altro ancora. Nessuna configurazione, nessun dato da inserire o scegliere, nessuna domanda di troppo che potrebbe far perdere minuti preziosi. Inoltre, è completamente gratuita: un elemento da non sottovalutare in un panorama come quello delle reti VPN. Con FlashVPN ci si potrà connettere ad una rete sicura nel giro di pochi istanti: si preme sul pulsante Connect, si sceglie il Paese di provenienza del server e si avvia la navigazione.

Unisce la semplicità di un'interfaccia utente elementare e intuitiva a modalità di pagamento un po' complesse, ma per alcuni versi estremamente comode (si può pagare su base oraria, mensile o annuale). Ma, probabilmente, è questo uno dei punti di forza di Hideman VPN: abbonamenti scalabili e adattabili alle situazioni più diverse danno modo di collegarsi a una rete VPN anche a degli utenti occasionali, che non ne fanno un utilizzo continuativo e professionale. le soluzioni VPN Android più complete oggi a disposizione, Hotspot Shield VPN mette a disposizione degli utenti funzionalità avanzate solitamente disponibili solo su computer. Si potrà utilizzare, ad esempio, la funzionalità Smart protection, che permette di collegarsi automaticamente alla migliore rete a disposizione a seconda della Rete cui si è connessi. Inoltre, l'interfaccia colorata e intuitiva renderà ancora più semplice l'utilizzo del servizio.

Oltre che sull'aspetto tecnico e tecnologico, gli sviluppatori dietro SurfEasy VPN sembrano essersi dedicati con particolare attenzione anche all'aspetto grafico ed estetico delle connessioni VPN. Non appena ci si connetterà, infatti, sul display del dispositivo mobile comparirà la mappa dove troveremo la nostra posizione (o meglio, la posizione dell'IP dietro cui ci si nasconde) e le varie funzionalità attive. Se si dovesse navigare solo occasionalmente dietro VPN ci si può affidare all'account gratuito (500 megabyte di navigazione ogni mese), altrimenti si dovrà attivare un abbonamento.

martedì 18 aprile 2017

Dematerializzazione dei documenti



In Italia la maggior parte dei rapporti di business è ancora basata su una gestione cartacea. Questo, nonostante l’uso sempre più pervasivo delle tecnologie digitali dentro e fuori alle organizzazioni, la diffusione di smartphone, tablet e pc portatili, l’abitudine a fruire di servizi in cloud e sistemi di comunicazione unificata. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, ad esempio, dei 5 milioni di aziende attive a oggi nel nostro Paese, solo 60mila sono connesse ai propri partner commerciali tramite portali B2B ed Extranet.

Solo considerando la gestione degli ordini che arrivano in azienda, infatti, le modalità di gestione sono ancora le più disparate: malgrado la praticità della posta elettronica, molti documenti vengono ancora consegnati a mano, spediti tramite fax o via posta tradizionale. Ci sono ancora clienti che preferiscono chiamare direttamente in azienda e dettare i propri ordini al telefono mentre altri utilizzano forme più evolute di messaggistica come le chat offerte dai social media, Skype e Whatsapp piuttosto che da soluzioni di file sharing come Dropbox o Google drive. Per normalizzare l’eterogeneità di questo tipo di informazioni, le aziende impiegano molto tempo e diverse risorse. Sempre e comunque è necessa-rio un processo di verifica e di registrazione associato alla procedura di inserimento dei dati che vanno messi a sistema (data entry) mentre la documentazione cartacea in ogni caso va archiviata e conservata nel tempo. 

È chiaro come questo tipo di gestione sia dispersiva, poco funzionale e decisamente costosa. Grazie all’evoluzione delle tecnologie informatiche, e a una progressiva sensibilizzazione dei legislatori rispetto ai numerosi vantaggi associati alla digitalizzazione dei documenti,le aziende stanno però accelerando l’adozione di un’innovazione che porta integrazione, velocità ed efficienza a tutti i livelli dell’organizzazione.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione (Giugno 2016), negli ultimi anni si è registrata una forte crescita del numero di documenti scambiati in formato elettronico: dal 2009 al 2015 sono quasi quadruplicati, superando i 110 milioni di documenti. Eppure, il grado di digitalizzazione delle imprese italiane è ancora molto limitato e raramente è il risultato di un percorso di innovazione organico e ragionato. 

Un caso emblematico è l’e-Commerce B2B che nel 2015 ha movimentato solo 10% del totale degli scambi tra le imprese, per un valore di 260 miliardi di euro contro un volume complessivo di 2.700 miliardi l’anno. La gestione documentale cartacea è un approccio che vincola le aziende a processi di archiviazione che implicano una serie di procedure manuali laboriose e soggette a un elevato numero di errori legati a sviste, ripetizioni o mancanza di campi compilati. Ogni procedura gestita in modalità cartacea richiede, inoltre, tempo ma anche spazio.

Nella mappa sottostante sono riassunti gli 8 punti chiave del processo:

 

 La dematerializzazione e la gestione elettronica dei documenti sono un capitolo fondamentale dell’efficienza aziendale ma è importante capire le logiche sottese a questo sviluppo. Dematerializzare un documento significa convertire i documenti cartacei in documenti elettronici gestiti attraverso software o servizi più o meno avanzati, mettendo così a sistema una serie di informazioni che da quel momento in poi possono essere condivise in maniera più rapida e funzionale. 

IL PROCESSO SI DIVIDE IN TRE FASI:

1) Utilizzando un sistema di scansione, la pagina cartacea viene elaborata da un software di riconoscimento ottico dei caratteri che trasforma l’output analogico in un file digitale. 

2) Una volta reso elettronico, il documento può essere processato attraverso un sistema di gestione che consente di organizzare e usare il file in modo più efficace ed efficiente, rendendolo accessibile a qualsiasi dispositivo attraverso piattaforme gestite (on site o nel cloud) dalle aziende o dai loro service provider.

3) Il documento elettronico può essere poi archiviato attraverso la conservazione sostitutiva, ovvero un insieme di procedure informatiche che, attraverso un particolare sistema di archiviazione ottica, attribuisce valore legale, civile e fiscale al documento digitale, il quale a tutti gli effetti è equiparato a quello cartaceo. In più, grazie alla virtualizzazione e ai servizi in cloud, la conservazione digitale può essere fruita come servizio on demand e pay-per-use, liberando le aziende da oneri e vincoli operativi, garantendo al contempo la massima sicurezza dei dati.

CI SONO DUE MODI DIVERSI PER DEMATERIALIZZARE I DOCUMENTI:

Il primo è farlo in modo DESTRUTTURATO e STATICO, ovvero generando un file immagine che, come tale, non può essere elaborato dai si-stemi informativi aziendali, ma può essere archiviato secondo i principi della conservazione sostitutiva. Scegliendo questo approccio le aziende dematerializzano la gestione documentale ma non sfruttano ancora tutti i vantaggi associati all’innovazione digitale.

Il secondo è farlo in modo STRUTTURATO e DINAMICO attraverso una digitalizzazione delle procedure che integra il documento elettronico nei processi informativi in modo tale che i dati contenuti siano leggibili, elaborabili e condivisibili in automatico dai sistemi aziendali. È questo approccio a rendere ancora più efficiente, economica e rapida la gestione delle informazioni e delle relazioni tra l’impresa e i suoi fornitori, partner, colleghi e clienti

mercoledì 12 aprile 2017

Fastweb Business Continuity

Sono sempre più numerose le aziende che si appoggiano a servizi esterni per assicurare l’integrità dei propri dati e garantire la continuità di business anche in caso di eventi avversi, come guasti, sabotaggi o errori umani. In un mondo dove le organizzazioni sono costrette a muoversi rapidamente per anticipare e reagire ai cambiamenti che si verificano nel loro ambiente competitivo, la durata di vita di un data center resta relativamente lunga.

Di conseguenza, i CED progettati prima che si iniziasse a parlare di Internet degli oggetti, BYOD (Bring Your Own Device), cloud e comunicazione unificata dovranno essere ripensati e riadattati, per riuscire a sostenere un’operatività realmente 24x7x365.

Tutti i fenomeni che negli anni recenti si sono affacciati al panorama aziendale stanno, infatti, imponendo aggiornamenti hardware e software sempre più accelerati, che molte organizzazioni non riescono più a sostenere. Ecco perché le aziende più lungimiranti come Fastweb stanno esplorando nuovi approcci alla progettazione e gestione del data center in grado di aumentarne l’agilità e, al contempo, ridurre i costi di downtime.

Le modalità di offerta “as a service” rappresentano, in questo quadro complesso, una risorsa strategica fondamentale per supportare le organizzazioni sia in fase di analisi e definizione dei piani di business continuity, sia nella delivery efficace della continuità operativa. Tecnologie sempre aggiornate, personale qualificato e livelli di servizio (SLA) stringenti giocano un ruolo chiave nella scelta del provider di servizi “carrier grade” per le proprie strategie di continuità operativa.

Vediamo alcune delle opzioni di Business Continuity di Fastweb:

Assistenza Premium:Ripristino dei servizi UNLIMITED BUSINESS e WEB BUSINESS in solo 6 ore lavorative nelle aree coperte da rete FASTWEB aree Fibra e ULL. Ripristino del servizio in 8 ore lavorative nelle aree con copertura Bitstream aree ADSL WS e HDSL. USIM di Back UP con 48 ore al mese di traffico e Internet Key o Router WiFi inclusi Back up del servizio voce gratuito su numerazione mobile.

Backup Voce:  Il Servizio UNLIMITED BUSINESS e WEB BUSINESS. In caso di disservizio, assicura la continuità del servizio voce deviando il traffico in uscita tramite una o più linee analogiche.

Back up Voce&Dati: Servizio di back up completo con due linee di fonia e ADSL inclusi In caso di disservizio, il BACK UP VOCE E DATI si attiva in automatico garantendo totale continuità sia al servizio che alle configurazioni. Le chiamate entranti ed uscenti continueranno a funzionare e le numerazioni dell’offerta principale ad essere attive e raggiungibili. Il numero di contemporaneità sarà ridotto a 2 chiamate, a prescindere dal numero di linee incluse nell’offerta Voce & Dati. La connettività rimarrà attiva e rimarranno live anche le configurazioni dei servizi dati inclusi indirizzi IP Pubblici ed eventuale servizio VPN configurato. La banda minima configurata sarà ridotta a 128Kbps. Il servizio non è attivabile in tecnologia Fibra FTTH.

Back Up Datii: garantisce la massima continuità di servizio grazie ad un accesso ADSL affiancato a quello previsto dall’offerta. Il Servizio di Back Up Dati automatico della tua LAN su connettività ADSL, garantisce la continuità del servizio per tutte le configurazioni dati, incluse VPN ed indirizzi pubblici. Il Servizio è disponibile in abbinamento solo all’Offerta WEB e non è vendibile in tecnologia Fibra (FTTH).

mercoledì 5 aprile 2017

Cos'è il WiMAX



Acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access, il WiMAX è uno standard tecnologico per la connessione senza fili ad Internet su lunga distanza. Gli apparati WiMAX si dividono tra Base station e Subscriber Station. Le prime sono installate dagli ISP (Internet Service Provider, fornitori del servizio Internet) e hanno il compito di diffondere il segnare all'interno di una vasta area geografica; le seconde sono installate dagli utenti e svolgono lo stesso ruolo di un modem in una connessione via cavo.

Il WiMAX può servire per diversi scopi: può essere utilizzato come backhaul, ovvero come ponte di trasmissione dati tra due diversi segmenti di una Rete; per l'accesso senza fili a Internet in banda larga (in alternativa ad una linea DSL o alla connessione satellitare) o come alternativa allo standard LTE (Long Term Evolution) nell'accesso mobile a Internet.

Operativamente, il WiMAX coniuga in un'unica tecnologia la banda larga tipica delle connessioni cablate (fibra ottica o DSL) , la possibilità di connettersi ad Internet da qualsiasi luogo con qualsiasi dispositivo così come accade con il Wi-Fi e la vasta copertura territoriale offerta solitamente solo dalle reti GSM.

In termini pratici, lo standard WiMAX (identificato dalla sigla IEEE 802.16) è una WAN (Wide Area Network, ovvero una Rete geografica). I service provider provvedono ad installare sul territorio una serie di antenne che, collegate ad un Internet Backbone (dorsale in italiano), distribuiscono il segnale per garantirne la massima copertura.

La trasmissione dei dati può avvenire secondo due differenti modalità. Le antenne, infatti, possono propagare le loro microonde sia in modalità non-line-of-sight (termine tecnico traducibile come “non visibile direttamente”) su una frequenza più bassa; oppure in modalità line-of-sight (“visibile direttamente”) su frequenze molto più alte.

La prima modalità viene utilizzata in ambienti urbani, dove il segnale ha un'alta probabilità di essere schermato da palazzi, alberi o altre costruzioni. Il range di frequenza di lavoro va dai 2 GHz agli 11 GHz e il computer si connette alla rete WiMAX tramite piccole antenne o dongle portatili da collegare direttamente al computer. Questa modalità di lavoro ricorda, sia per frequenze sia per modalità di connessione, il Wi-Fi.

La seconda modalità operativa è utilizzata in aree dove la probabilità che il segnale venga schermato sono molto basse (aperta campagna, luoghi poco abitati, ecc.). La line-of-sight funziona con frequenze vicine ai 60 Ghz ed è ideale per coprire aree molto estese (una singola antenna può diffondere il proprio segnale fino a 50 chilometri di distanza, per un totale di una copertura d'area di poco inferiore agli 8.000 chilometri quadrati).

Per controbilanciare l'effetto delle schermature, il WiMAX utilizza tecnologie wireless molto avanzate. Solo in questo modo lo standard 802.16 è in grado di garantire un'alta velocità nella trasmissione dei dati coprendo una superficie molto vasta. Tra queste, due delle più importanti sono la Orthogonal Frequency Division Multiple Access (OFDMA) e la Multiple Input/ Multiple Output (MIMO).

La prima permette di dividere un segnale prima dell'invio in tanti pezzi indipendenti l'uno dall'altro così da aumentare l'efficienza spettrale. Operando in questo modo, anche se qualche pacchetto dati non dovesse arrivare a destinazione, per il nodo ricevente sarà ancora possibile ricostruire il segnale.
La seconda, invece, garantisce l'invio e la ricezione dei dati in contemporanea grazie all'utilizzo di più antenne. I dati in ingresso e in uscita viaggiano su percorsi differenti e non interferiranno l'uno con il viaggio dell'altro. Questa tecnologia risulta particolarmente utile negli ambienti urbani, dove la probabilità che le onde vengano schermate da fattori esterni – come palazzi, alberi, monumenti e altre costruzioni – è molto elevata.

Affinché un'apparecchiatura ottenga la certificazione WiMAX dal consorzio WiMAX Forum (gruppo di aziende che collabora per produrre dispositivi e macchine interoperabili) deve rispettare le precise direttive stabilite nello standard IEEE 802.16. Le specifiche sono particolarmente restrittive in termini di velocità della connessione e area coperta dal segnale.

Secondo questo standard ogni singola antenna WiMAX deve essere in grado di coprire un'area da raggio di circa 50 chilometri, equivalente ad una superficie di circa 8.000 chilometri quadrati, assicurandovi una velocità di circa 70 megabit al secondo.