Andrà alle stelle la pressione dei video sulle infrastrutture degli
operatori, fisse e mobili, da qui ai prossimi due anni. La tendenza è chiara,
dietro la spinta di due fattori in parallelo: l'evoluzione dell'offerta di contenuti
digitali e quella delle abitudini dei consumatori. Sono cresciute le
piattaforme che consentono la pubblicazione di video, aumentate le
visualizzazioni e i brand che si affidano a questo tipo di promozione: su Facebook ogni giorno vengono visualizzati
più di 8 miliardi di video, 6 miliardi di video vengono visualizzati
quotidianamente su Snapchat.
L'ultimo Visual Network Index di Cisco stima che il video nel 2020
equivarrà al 75% del traffico mobile globale, contro l'attuale 55%. Un'indagine
di maggio, sempre di Cisco, sosteneva invece che il video rappresenterà l'80% di tutto il traffico Internet nel 2019, contro
il 64% del 2014 (non è incluso lo scambio di video peer-to-peer, ma ci
sono lo streaming e il video on demand). Secondo la 2015 B2B Video Content Marketing Survey del World
Video Marketing Council, il 96% delle organizzazioni B2B utilizza i video per le
attività di online marketing.
Il ricorso a questo strumento per raggiungere l'audience aziendale è,
quindi, già piuttosto pervasivo anche se lo stesso studio, condotto su un
campione di 350 professionisti che, nel mondo, si occupano di consulenza e marketing
aziendale, mette in luce come il 44% delle aziende fatichi ancora a calcolare
il ROI (ritorno sugli investimenti) delle azioni di videomarketing.
Numerosi i fattori abilitanti del fenomeno. Dal lato utente, c'è la
diffusione degli smartphone dotati di un buono schermo e delle smart TV (che
avanzano con lentezza, ma inesorabili), che già integrano servizi di streaming
online (come app). Si diffondono (piano) anche le connessioni banda fissa
ultralarga, che al momento coprono ora il 45% della popolazione italiana. Con
più velocità diventano popolari le reti mobili 4G (che ora sono disponibili al
90% degli italiani). Dal lato offerta, evolve quella di servizi in
streaming: Netflix fa da traino, grazie ai prezzi bassi, alla sua continua
espansione internazionale e ai contenuti originali. Costringe, così, anche gli
attori storici nazionali ad adeguare l'offerta, nei prezzi, nei contenuti e
nell'esperienza utente.
Le ultime tendenze sono il 4K
(ultra alta definizione), in Italia offerto da Netflix e Infinity, e i
primi approcci al live streaming.
Al momento le grandi piattaforme ancora non credono alla possibilità di fare
business con contenuti premium live come le partite, perché non possono
garantire una qualità sufficiente. Si è mossa però a marzo Facebook, lanciando
la possibilità di fare video live, come già Twitter con Periscope.
È solo questione di tempo, però, perché si confermi la tendenza verso una
maggiore risoluzione e l'offerta di contenuti "live" via Internet.
Due aspetti che metteranno ulteriore pressione sulle reti ultra broadband dei
carrier. Questi ultimi dovranno essere pronti alla sfida per cogliere i
vantaggi del fenomeno - in primis, la possibilità di vendere le connessioni
veloci a una quota crescente di utenti. Su rete fissa, gli operatori
continueranno, quindi, a espandere la copertura in fibra, ma anche a sviluppare
content delivery network, piattaforme
dedicate alla trasmissione di contenuti con qualità garantita.
Sul mobile, crescerà l'importanza di tecnologie utili a evitare la saturazione delle celle e a ottimizzare le frequenze disponibili. L'evoluzione dello standard LTE Advanced (fino al 2020, alba del 5G) darà una mano, di per sé ma entreranno in gioco tecnologie ancillari come LTE Broadcast (per i contenuti), LTE-U (che userà frequenze non licenziate, tipicamente 5 GHz) e il Wi-Fi Offloading (già utilizzato regolarmente, e sempre più spesso, negli Usa). Lo sviluppo della fibra, infine, farà bene anche al mobile, fornendogli un valido collegamento di backhauling (raccordo) alle antenne. Il successo del video costringerà insomma gli operatori non solo a potenziare le proprie reti, ma anche a rivederne l'architettura, grazie a un mix di tecnologie e approcci.
Fonte: Fastweb
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