Tra i benefici della
Unified Communication and Collaboration (UCC) che permette di potenziare la
produttività individuale c’è anche il fatto che i dipendenti si ammalano e si
assentano meno se possono lavorare in modo "agile" ed anche
l'ambiente "respira" meglio e tutto questo grazie allo smart working.
La discussione del DDL
"lavoro agile" è arrivata fino in Senato - si parla di estenderlo
progressivamente anche alla Pubblica Amministrazione - e si moltiplicano le
aziende che sposano questo nuovo modello lavorativo. La possibilità di lavorare
senza il vincolo della presenza in ufficio piace ai dipendenti e alla
collettività: meno macchine sulle strade e meno tempo perso a cercare un
parcheggio, con riflessi positivi sull'ambiente e sulla qualità della vita.
I benefici, diretti e
indiretti, sono evidenti: svolgere i propri incarichi da casa almeno uno o due
giorni a settimana riduce il numero di assenze per malattia e il tempo
risparmiato nel tragitto casa-ufficio è in parte reinvestito nell'attività
lavorativa. Questo permette di dilatare non solo i confini dell'ufficio ma
anche la giornata lavorativa.
Fatte salve le aree
"grigie", sulle quali il legislatore dovrà far chiarezza (come le
coperture Inail o i buoni pasto, giusto per citarne alcune), il punto di
partenza è un cambiamento drastico nei sistemi aziendali di valutazione della
produttività, per legare i benefit e i riconoscimenti al raggiungimento
effettivo degli obiettivi più che alla presenza fisica in ufficio.
Le tecnologie - UCC,
cloud, sistemi di condivisione di file, audio e video - ci sono e sono mature.
Le infrastrutture (la banda larga in particolare) nel prossimo quinquennio
permetteranno di offrire l'opportunità di lavorare in modo agile a tutti gli
abitanti della Penisola. E se è vero che oggi sono più che altro le grandi
aziende a sperimentare il lavoro smart (lasciando la libertà di operare al di
fuori dell'ufficio da 1 a 5 giorni al mese in media), il solco è già tracciato
per PA e PMI.
Fonte: Fastweb