Giorno
8 luglio è stato presentato a Milano Talents in Motion, il primo progetto
promosso per posizionare l'Italia come nuovo polo europeo di attrazione per i
talenti che vivono all'estero. L'iniziativa che raggruppa associazioni,
istituzioni, università e oltre 40 grandi gruppi italiani ed esteri presenti in
Italia, ha infatti l'obiettivo di promuovere l'attrattività del nostro Paese
presso le migliaia di giovani che si sono trasferiti per problemi di lavoro in
altri Paesi o stranieri che vogliono considerare l'Italia come paese dove
lavorare.
Talents
in Motion che vede il coinvolgimento anche di Camera di Commercio di Milano
Monza Brianza e Lodi, Yes Milano, Regione Lombardia, Unione Confcommercio,
Assolombarda, Anitec-Assinform, Confindustria Digitale e Forum della Meritocrazia,
è una piattaforma online che connette le aziende italiane ai talenti
all'estero, promuovendo le opportunità lavorative che l'Italia offre con una
visibilità internazionale. Sul portale è possibile trovare anche tutte le
informazioni necessarie sul contesto fiscale, legale e amministrativo e trovare
articoli ad hoc che valorizzano il panorama aziendale italiano.
"È
noto il gap che separa il nostro Paese dai partner comunitari in termini di
competenze digitali e know-how tecnologici, oggi patrimonio indispensabile
tanto per le grandi imprese quanto per le PMI. Vogliamo implementare l'offerta
formativa grazie al coinvolgimento delle Università italiane, accelerare lo
scambio di conoscenze e favorire così l'attrattività del nostro Paese per i
talenti italiani e stranieri. L'obiettivo è tra un anno di misurare l'efficacia
degli sforzi sostenuti da tutti i partner in un Forum cui contiamo di arrivare
forti di 250 aziende sostenitrici che si saranno unite al progetto, in buona
parte anche PMI. Una crescita che si traduce anche in incremento del PIL e in
un maggior numero di occupati qualificati." ha ricordato Patrizia Fontana,
Presidente Talents in Motion.
Anche
Fastweb è tra le aziende partner che hanno aderito all'iniziativa. La
valorizzazione della reputazione dell'Italia come un contesto in grado di
offrire opportunità di lavoro innovative e stimolanti costituisce infatti un
obiettivo pienamente condiviso anche dall'azienda che crede nel valore della
multiculturalità e nell'accoglienza di giovani stranieri o italiani formati da
un'esperienza all'estero in quanto fonte di arricchimento reciproco.
Nel
corso della presentazione del progetto sono stati illustrati anche i risultati
dell'indagine "Talenti italiani all'estero. Perché tanti partono e pochi
ritornano", condotta dall'Ufficio Studi di PwC Italia su 130 giovani
talenti italiani che vivono e lavorano all'estero. Il campione, composto per il
53% da donne e per il 47% da uomini provenienti da 20 diversi paesi, è
rappresentato per il 43% da under 30 e il 90% ha almeno una laurea.
Obiettivo
dell'indagine qualitativa è individuare le principali ragioni che spingono i
talenti italiani a spostarsi all'estero, le motivazioni per cui sarebbero
disposti a ritornare in Italia e i principali fattori che disincentivano il
loro rientro. Emerge dall'analisi che il 50% si definisce in fuga dalle
criticità del mercato globalizzato e solo il 29% si definisce a caccia di
opportunità in un mondo globalizzato. Gli expat vedono l'Italia come un Paese
dalle scarse prospettive: l'85% ritiene che il paese in cui lavora offra
migliore contesto professionale e maggiori prospettive di carriera rispetto
all'Italia. Il 26% non tornerebbe più in Italia, anche a fronte di un'offerta
più remunerativa o prestigiosa, mentre il 68% tornerebbe ma solo a fronte di
una posizione con uguale o maggiore prestigio e remunerazione.
Significativo
notare che il 60% dei talenti da quando è all'estero non ha più cercato
opportunità in Italia, solo il 16% resta attivo nella ricerca. Quali sono
quindi i fattori che più li trattengono dal tornare in Italia? Secondo Andrea
Toselli, CEO di PwC Italia, "Gli incentivi fiscali servono, ma oggi le
aziende devono fare la propria parte non solo per attrarre i talenti ma anche
per creare un contesto di lavoro stimolante, migliorare il work-life balance e
offrire un percorso di carriera più rapido e trasparente".
Il
31% è infatti trattenuto all'estero dalle limitate prospettive di carriera e
crescita professionale, il 30% dalle non buone prospettive economiche
dell'Italia, il 30% teme di scontrarsi con clientelismo e corruzione. Inoltre,
per il 28% gli stipendi sono troppo bassi, il 26% dichiara che c'è una migliore
qualità della vita all'estero. Infine, il 21% indica un contesto lavorativo
poco stimolante e il 14% legami familiari o questioni personali.