Convergenza, trasparenza e sinergie. Sono questi i tre pilastri su cui verrà costruito il futuro di Fastweb che, secondo le dichiarazioni del CEO Alberto Calcagno rilasciate a Il Sole 24 Ore, non intende essere “né il quarto, né il quinto operatore mobile d’Italia” per consolidarsi come “primo operatore convergente”.
Non solo 5G, dunque,
considerato comunque dall’azienda la vera sfida che consentirà a Fastweb di
essere “dirompente” sul mercato: i tre assi individuati dovranno riguardare
tutti gli operatori telefonici italiani, ed in particolare gli ultimi due - la
trasparenza e le sinergie - potranno dare frutti solamente tramite una definita
“volontà politica” da parte del Governo che dovrà necessariamente intervenire
sulla questione dei 28 giorni di tariffazione e sui “costi occulti per i
clienti” (è stato calcolato infatti che il 15 per cento dei ricavi delle tlc
provengono da “balzelli impopri”, pari a circa 2 miliardi di euro) .
“Tifiamo per un soggetto
unico Tim-Open Fiber”, dichiara Calcagno in merito alla auspicate sinergie. Del
resto, la stessa Tim - per voce dell’Amministratore Delegato Amos Genish sembra
non escluderne la possibilità avendo recentemente parlato di una rete “la cui
proprietà non è in discussione". Le sinergie saranno dunque necessarie
affinché le reti 5G - a metà tra mobile e fisso - vengano effettivamente rese
disponibili alla popolazione.
Per ciò che concerne la
trasparenza, l’operatore virtuale - secondo in Italia dopo PosteMobile -
ricorda di aver già avviato un processo in tal senso lo scorso mese di maggio
eliminando “le sorprese in bolletta”: la medesima filosofia (premiata sul
mercato con il raggiungimento di 1 milione di clienti) verrà applicata anche
con le nuove offerte, in arrivo il prossimo 20 novembre.
Tariffazione a 28 giorni
e ritardo nell’applicazione della nuova normativa che regola il roaming
europeo: sono questi i due spinosi aspetti su cui Fastweb è chiamata a
rispondere nell’immediato futuro. Per quanto riguarda il primo, Calcagno
ammette:
Siamo stati costretti,
obtorto collo, ad adeguarci perché gli altri operatori erano già partiti da
tempo e i clienti non avevano possibilità di comparare. Siamo stati gli ultimi.
La notizia buona riguarda il prossimo ritorno alla tariffazione a 30 giorni,
anche se Fastweb si augura che ciò valga non solo per il fisso e le offerte
ibride, ma anche per il mobile (dove i 28 giorni rimangono per il momento
“legalmente” validi):
Abbiamo già comunicato ad Agcom che ci
adegueremo prima possibile, ma ormai con il nuovo anno. […] Che lo si faccia
per il fisso e le offerte ibride, come ci viene richiesto, ma anche per il
mobile puro dove invece i 28 giorni sono consentiti. Altrimenti ci sarà una
discriminazione sul mercato per operatori come noi.
Il secondo aspetto
riguarda i ritardi sul roaming: Fastweb giustifica il mancato adeguamento “per
una questione tecnica” dovuta essenzialmente ai costi più elevati di struttura
da sostenere in qualità di Mvno.
L’operatore virtuale ha ribadito infine l’interesse
nel proseguire la collaborazione con Sky (700 mila clienti) e nel continuare ad
investire sulla fibra nelle aree nere (le grandi città), in cui nel futuro è
probabile che la fibra venga portata fin dentro casa (FTTH), ma solo “quando la
domanda di velocità aumenterà”.
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