In Italia la maggior
parte dei rapporti di business è ancora basata su una gestione cartacea. Questo,
nonostante l’uso sempre più pervasivo delle tecnologie digitali dentro e fuori
alle organizzazioni, la diffusione di smartphone, tablet e pc portatili, l’abitudine
a fruire di servizi in cloud e sistemi di comunicazione unificata. Secondo gli
ultimi dati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione,
ad esempio, dei 5 milioni di aziende attive a oggi nel nostro Paese, solo 60mila
sono connesse ai propri partner commerciali tramite portali B2B ed Extranet.
Solo considerando la
gestione degli ordini che arrivano in azienda, infatti, le modalità di gestione
sono ancora le più disparate: malgrado la praticità della posta elettronica, molti
documenti vengono ancora consegnati a mano, spediti tramite fax o via posta tradizionale.
Ci sono ancora clienti che preferiscono chiamare direttamente in azienda e
dettare i propri ordini al telefono mentre altri utilizzano forme più evolute
di messaggistica come le chat offerte dai social media, Skype e Whatsapp piuttosto
che da soluzioni di file sharing come Dropbox o Google drive. Per normalizzare l’eterogeneità
di questo tipo di informazioni, le aziende impiegano molto tempo e diverse risorse.
Sempre e comunque è necessa-rio un processo di verifica e di registrazione
associato alla procedura di inserimento dei dati che vanno messi a sistema (data
entry) mentre la documentazione cartacea in ogni caso va archiviata e
conservata nel tempo.
È chiaro come questo tipo
di gestione sia dispersiva, poco funzionale e decisamente costosa. Grazie
all’evoluzione delle tecnologie informatiche, e a una progressiva sensibilizzazione
dei legislatori rispetto ai numerosi vantaggi associati alla digitalizzazione dei
documenti,le aziende stanno però accelerando l’adozione di un’innovazione che
porta integrazione, velocità ed efficienza a tutti i livelli
dell’organizzazione.
Secondo l’ultimo rapporto
dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione (Giugno 2016),
negli ultimi anni si è registrata una forte crescita del numero di documenti
scambiati in formato elettronico: dal 2009 al 2015 sono quasi quadruplicati,
superando i 110 milioni di documenti. Eppure, il grado di digitalizzazione
delle imprese italiane è ancora molto limitato e raramente è il risultato di un
percorso di innovazione organico e ragionato.
Un caso emblematico è l’e-Commerce
B2B che nel 2015 ha movimentato solo 10% del totale degli scambi tra le
imprese, per un valore di 260 miliardi di euro contro un volume complessivo di
2.700 miliardi l’anno. La gestione documentale cartacea è un approccio che
vincola le aziende a processi di archiviazione che implicano una serie di
procedure manuali laboriose e soggette a un elevato numero di errori legati a
sviste, ripetizioni o mancanza di campi compilati. Ogni procedura gestita in
modalità cartacea richiede, inoltre, tempo ma anche spazio.
Nella mappa sottostante
sono riassunti gli 8 punti chiave del processo:
La dematerializzazione e
la gestione elettronica dei documenti sono un capitolo fondamentale
dell’efficienza aziendale ma è importante capire le logiche sottese a questo
sviluppo. Dematerializzare un documento significa convertire i documenti
cartacei in documenti elettronici gestiti attraverso software o servizi più o
meno avanzati, mettendo così a sistema una serie di informazioni che da quel
momento in poi possono essere condivise in maniera più rapida e funzionale.
IL PROCESSO SI DIVIDE IN
TRE FASI:
1) Utilizzando un sistema
di scansione, la pagina cartacea viene elaborata da un software di
riconoscimento ottico dei caratteri che trasforma l’output analogico in un file
digitale.
2) Una volta reso
elettronico, il documento può essere processato attraverso un sistema di
gestione che consente di organizzare e usare il file in modo più efficace ed
efficiente, rendendolo accessibile a qualsiasi dispositivo attraverso
piattaforme gestite (on site o nel cloud) dalle aziende o dai loro service
provider.
3) Il documento
elettronico può essere poi archiviato attraverso la conservazione sostitutiva,
ovvero un insieme di procedure informatiche che, attraverso un particolare
sistema di archiviazione ottica, attribuisce valore legale, civile e fiscale al
documento digitale, il quale a tutti gli effetti è equiparato a quello cartaceo.
In più, grazie alla virtualizzazione e ai servizi in cloud, la conservazione digitale
può essere fruita come servizio on demand e pay-per-use, liberando le aziende
da oneri e vincoli operativi, garantendo al contempo la massima sicurezza dei
dati.
CI SONO DUE MODI DIVERSI PER
DEMATERIALIZZARE I DOCUMENTI:
Il primo è farlo in modo
DESTRUTTURATO e STATICO, ovvero generando un file immagine che, come tale, non
può essere elaborato dai si-stemi informativi aziendali, ma può essere archiviato
secondo i principi della conservazione sostitutiva. Scegliendo questo approccio
le aziende dematerializzano la gestione documentale ma non sfruttano ancora
tutti i vantaggi associati all’innovazione digitale.
Il secondo è farlo in modo
STRUTTURATO e DINAMICO attraverso una digitalizzazione delle procedure che
integra il documento elettronico nei processi informativi in modo tale che i
dati contenuti siano leggibili, elaborabili e condivisibili in automatico dai
sistemi aziendali. È questo approccio a rendere ancora più efficiente,
economica e rapida la gestione delle informazioni e delle relazioni tra l’impresa
e i suoi fornitori, partner, colleghi e clienti
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