Gli operatori delle
telecomunicazioni e i vendor tecnologici stanno investendo cifre cospicue nelle
sperimentazioni pre-commerciali del 5G. Gli Stati Uniti, insieme a Giappone e
Corea del Sud sono i paesi che più di tutti spingono sull'acceleratore del 5G:
il Paese del Sol Levante, in particolare, punta ad arrivare preparato al
traguardo del 2020, sotto la spinta delle Olimpiadi di Tokyo, le prime
all'insegna della connettività wireless di nuova generazione. L'Italia sta
recuperando terreno, anche sulla scorta del bando, lanciato dal MISE (Ministero
dello Sviluppo Economico) "5 città in 5G", che ha raccolto 7 proposte
di sperimentazione pre-commerciale del 5G in quattro aree: Milano, Bari-Matera,
Prato e L'Aquila. Il bando prevede che i progetti esecutivi siano presentati da
parte dei soggetti vincitori entro il 2017 mentre entro il 2018 dovrà essere
realizzata la rete 5G nei territori selezionati.
5G sì, perché?
La rete wireless di nuova
generazione è considerata un tassello fondamentale dell'evoluzione
infrastrutturale di molti paesi, tanto che l'Unione Europea ha stanziato per la
ricerca sul 5G un fondo di 50 milioni di euro. Secondo gli ultimi dati,
infatti, si prevede che entro il 2035 il 5G sarà in grado di generare un
turnover di 12.300 miliardi di dollari, 22 milioni di posti di lavoro e un
contributo al PIL mondiale equivalente all'attuale valore dell'economia
indiana. Sono davvero ampie, infatti, le opportunità e gli scenari abilitati
dalla nuova tecnologia di connessione senza fili: dalle automobili a guida
autonoma alla domotica, dai sistemi di eHealth, fino alla gestione ottimizzata
dell'energia.
Inoltre, sebbene la data
convenzionale per il lancio su larga scala del nuovo sistema sia indicata nel
2020, le prime implementazioni commerciali standardizzate sono attese già entro
il 2019 in seguito al rilascio delle specifiche iniziali da parte del 3GPP
(Third Generation Partnership Project), attese per marzo 2018. Nel report "5G
Wireless Ecosystem: 2017 – 2030 – Technologies, Applications, Verticals,
Strategies & Forecasts", la società di consulenza Sns Research stima
investimenti crescenti in questa tecnologia, con un picco pari a 21 miliardi di
dollari previsto per il 2025, che gli operatori telco effettueranno nella nuova
interfaccia radio (NR). Anche se, diversamente dalle generazioni precedenti –
GSM, UMGS e LTE – il 5G non si fonda su tecnologie di accesso particolarmente
rivoluzionarie, la standardizzazione della nuova interfaccia radio rappresenta
un passo fondamentale nel cammino verso la sua implementazione diffusa.
Secondo James Bennet,
Directore di SNS Research, "tra il 2019 e il 2025 prevediamo che il
mercato relativo all'infrastruttura 5G NR standardizzata crescerà a ritmi
sostenuti, con un tasso medio annuo composito del 70% arrivando a superare i 21
miliardi di dollari di spesa annuale nel 2025 e i 28 miliardi nel 2028".
Una crescita sostenuta nello stesso periodo anche dalle vendite annue (in
media) di circa 520 milioni di dispositivi che supportano il 5G. A ciò si
aggiungeranno gli investimenti in infrastrutture di networking di tipo NG (Next
Generation), che ammonteranno a oltre 7 miliardi di dollari, per le componenti
di trasporto, fronthaul e backhaul, e core network. "Sul piano dei nuovi
servizi, ci aspettiamo entro il 2025 la prima vera commercializzazione delle
auto a guida automatica che sfruttano i nuovi standard V2X,
Vehicle-to-Everything, in corso di definizione all'interno delle specifiche
5G", ha commentato l'analista.
Il report prevede un
mercato consistente anche per altri servizi innovativi abilitati dal 5G. Il
cloud robotics, per esempio, ovvero l'interconnessione di robot e oggetti smart
che, oltre a comunicare in Rete, compiono azioni nel mondo fisico, come avviene
già oggi per le flotte di droni, i robot aspirapavimenti di ultima generazione
o i bracci robotici che cucinano in casa. Ancora, la telepresenza olografica
tridimensionale (3D), che permette di agevolare le trattative commerciali e,
più in generale, le interazioni tra persone a distanza. Infine, la
telechirurgia, ovvero l'utilizzo dei mezzi telematici per eseguire interventi
chirurgici a distanze anche notevoli. L'operatore, con l'ausilio di un monitor,
osserva il campo operatorio ed esegue le manovre, che vengono teletrasmesse a
distanza e ripetute in modo esatto sul paziente da un robot. Un ulteriore
sviluppo di questa applicazione è legato alle sperimentazioni in atto di
telechirurgia virtualmente assistita, dove il chirurgo e il robot sono dotati
di sensori (telecamere, microfoni?) e visori che permettono di riprodurre a
distanza e in tempo reale stimoli sensoriali e azioni.
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